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La Corte Suprema di Israele riconosce le conversioni riformate e conservative

04/03/2021 01:58:43 PM

Mar4

Un risultato storico di IMPJ e IRAC: la Corte Suprema di Israele si pronuncia a favore del riconoscimento delle conversioni riformate e conservatrici.

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L'Unione Mondiale si congratula con i suoi partner, l'Israel Movement for Reform and Progressive Judaism (IMPJ), che, attraverso l'azione del suo centro legale, l'Israel Religious Action Center (IRAC), hanno ottenuto una sentenza storica dalla Corte Suprema di Israele per riconoscere conversioni non ortodosse effettuate in Israele ai fini della cittadinanza israeliana secondo la Legge del Ritorno.

Questa decisione, che ha richiesto 15 anni di lavoro, rappresenta una storica pietra miliare per l'IMPJ e un incredibile risultato per il nostro Movimento.

Sotto, la traduzione della dichiarazione ufficiale di IMPJ e IRAC sull'argomento.

 

Il Movimento Riformato accoglie con favore la decisione della Corte Suprema di riconoscere le conversioni riformate e conservative effettuate in Israele sulla base della Legge del Ritorno.

In una decisione della Corte Suprema emessa oggi (1°marzo 2021 n.d.r.), la Corte Suprema ha stabilito di riconoscere le conversioni effettuate in Israele da parte dei Movimenti Riformato e Conservativo sulla base della Legge del Ritorno. I convertiti riceveranno lo status di oleh (immigrato) e la cittadinanza israeliana. La decisione è stata presa con il voto a favore di otto giudici e uno contrario.

Si tratta di un'importante vittoria per il Movimento Riformato e Progressivo Israeliano dopo una battaglia di 15 anni e 10 petizioni. Il giudice Esther Hayut, Presidente della Corte Suprema ha detto che: "lo scopo della Legge del Ritorno è quello di incoraggiare ogni ebreo - sia che sia nato come ebreo, o che abbia scelto di diventare parte del popolo ebraico attraverso la conversione - a fare Aliya (immigrare) in Israele.

Cosa significa questa sentenza: la Corte Suprema di Israele riconosce le conversioni officiate e certificate dai Movimenti Riformato e Conservativo in Israele sulla base della Legge del Ritorno. Questi convertiti riceveranno la cittadinanza israeliana, mentre finora non era possibile. Anat Hoffman, Direttrice Esecutiva dell'Israel Religious Action Center (IRAC): "La Corte Suprema è stata solidale con questi uomini e queste donne che hanno scelto di essere ebrei, e ancora una volta ha stabilito che lo Stato di Israele è una patria per tutti gli ebrei e che il monopolio ultraortodosso non può controllare la conversione in Israele".

Il Movimento Riformato e Progressivo d'Israele vede la conversione come un fondamentale atto nazionale e religioso. Accogliamo con favore la decisione della Corte Suprema. Questa sentenza non solo protegge i diritti di coloro che scelgono spontaneamente di unirsi al popolo ebraico, ma anche lo status costituzionale della Legge del Ritorno e i valori fondamentali dello Stato di Israele come patria per tutto il popolo ebraico.

La sentenza di oggi è l'ultimo passo della nostra lotta a favore di decine di convertiti che aspettano da oltre 15 anni che lo Stato di Israele riconosca il loro ebraismo.

Questa sentenza non cambia lo status quo di Israele sulle questioni di religione e Stato, ma piuttosto protegge la conversione sottraendola al controllo dell’establishment rabbinico ortodosso. I tentativi di cambiare lo status quo sono stati fatti dal Gran Rabbinato d'Israele e dai suoi rappresentanti  che siedono alla Knesset, che hanno redatto e stanno cercando di far passare una nuova legge  - il "Conversion Act". Questa legge, se approvata, permetterà politiche razziste sull'immigrazione, black lists, l'intrusione nella vita privata delle persone e un sistema di valori che non appartiene alla maggior parte dei cittadini israeliani.

Il procrastinare una sentenza da parte del sistema giudiziario israeliano ha enfatizzato la crescente spaccatura tra l'ebraismo israeliano e gli ebrei della diaspora. La leadership riformata e conservativa è sempre stata aperta al negoziato e al compromesso, mentre lo Stato di Israele continua a respingere il Movimento Riformato. Questo trattamento non è passato inosservato da parte degli ebrei della diaspora: ristretti interessi politici hanno portato il governo israeliano a impedire la preghiera egualitaria al Muro Occidentale, e a istituzionalizzare la discriminazione contro le sinagoghe riformate e conservative in Israele. Questa sentenza dà la possibilità di ridurre la spaccatura.

 

Retroscena sulla conversione riformata:

Il Movimento Riformato israeliano gestisce un Tribunale Rabbinico per la conversione egualitario, accogliente e pluralistico. Per prevenire l'uso improprio della conversione per ottenere la residenza legale in Israele, il Movimento Riformato non converte turisti, lavoratori migranti, residenti illegali o quanti non hanno uno status legale in Israele.

Il Movimento Riformato Israeliano richiede ai convertiti di sottoporsi ad un anno intensivo di studio prima di presentarsi di fronte al Tribunale Rabbinico. I convertiti si impegnano a uno stile di vita ebraico, a sottoporsi alla circoncisione (uomini) e a immergersi nel mikveh. I Movimenti Riformati e Conservativi convertono circa 300 persone ogni anno in Israele.

Anat Hoffman, Direttrice Esecutiva dell'IRAC, ha dichiarato: "Questa è una vittoria storica e un motivo per festeggiare. Il popolo ebraico ha vinto e ora include al proprio interno molti convertiti impegnati. La Corte Suprema è stata solidale con gli uomini e le donne che hanno scelto di essere ebrei, e ha stabilito nuovamente che lo Stato di Israele è una patria per tutti gli ebrei e che il monopolio ultraortodosso non può controllare la conversione. Siamo pieni di speranza che questa sentenza metterà fine alle lotte di potere su cosa significhi essere ebreo e prometta libertà e uguaglianza nel processo di conversione, che soddisfa la Dichiarazione di Indipendenza e i valori di Israele".

sab, 4 maggio 2024 26 Nissàn 5784