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Il Gran Rabbino Capo di Francia ammonisce Rabbini ed Ebrei italiani
 
Ogni anno il Dipartimento Educazione e Cultura dell'UCEI organizza un week-end di studio e dibattito a Milano Marittima al quale vengono invitati ospiti di rilievo. Quest'anno abbiamo avuto l'onore di ascoltare tre interventi di Haim Korsia, il nuovo Gran Rabbino Capo di Francia. Una delle prime cose che mi hanno colpito di lui è stata la sua facilità a muoversi tra versetti biblici, fonti rabbiniche, realtà sociologiche, pragmatismo politico e pensiero intellettuale moderno. Questa è una cosa che noi vediamo raramente nei sermoni dei rabbini italiani. Poi ho notato quanto l'adesione di rav Korsia ai valori democratici ed al patriottismo europeo permeino il suo essere ebreo. Questa è una cosa che è virtualmente assente negli ultimi anni dall'educazione ebraica italiana.
 
La stampa ebraica italiana ha già pubblicato molto sui suoi interventi. Mi soffermerò quindi solo sugli aspetti che più mi hanno colpito.
 
1 - La Bibbia ci dice che mentre il popolo di Israele era nel deserto, Dio più volte lo ammonì di non imitare le  pratiche  dell'Egitto (il Paese che avevano lasciato) o non di imitare le pratiche di Canaan (il Paese verso cui erano diretti). Rav Korsia ha chiesto: “Se Dio fosse stato così preoccupato che gli Israeliti assimilassero le pratiche dei Cananei, come mai non ha lasciato che si stabilissero in permanenza nel deserto dove non avrebbero dovuto misurarsi con problemi di questo tipo?”. A questa domanda rav Korsia ha risposto: “Perché ovviamente Dio non voleva che noi fossimo separati e segregati dal resto dell'umanità. Piuttosto, Egli vuole che noi siamo integrati nella società per essere dei modelli e per influenzare positivamente l'evoluzione della storia umana”
 
2 - Rav Korsia ha affermato che il motivo per cui i governi europei combattono l'antisemitismo non  è perché  compatiscano gli Ebrei. Piuttosto, lo fanno perché l'antisemitismo (come molte altre forme di fanatismo) minaccia le fondamenta stesse della democrazia moderna, dell'uguaglianza tra gli uomini e dell'unità nazionale. “Il governo francese ha mobilitato 100.000 soldati in tre giorni perché ha ritenuto il terrorismo islamico una minaccia alla vera essenza della società francese. Perché quando dei cittadini francesi sono costretti a nascondersi, la Francia non è più Francia!”. E' particolarmente importante che gli ebrei italiani comprendano questa idea. Noi non dovremmo cercare di combattere l'antisemitismo rappresentandoci come una minoranza religiosa vulnerabile. Piuttosto, dovremmo rappresentarci come una parte di quella maggioranza fiera di Italiani che non vogliono che i terroristi danneggino la nostra società. Tuttavia, affinché ciò si realizzi, gli Ebrei italiani devono essere integrati attivamente nella società italiana invece di cercare costantemente di evitare di farlo. Solo così la nostra battaglia contro l'antisemitismo sarà anche la battaglia dell'Italia.
 
3 - E' stato spiegato a rav Korsia che gli Ebrei italiani hanno una speciale preghiera dello Shabbat per le donne e che questa è una tradizione propria italiana, unica nel mondo ebraico. Rav Korsia allora ha chiesto come mai gli Ebrei italiani non hanno una preghiera per il Governo italiano o per i soldati che ogni giorno proteggono le sinagoghe e le scuole ebraiche in Italia. Questa domanda ha sconcertato molti presenti in sala, che hanno pensato che forse il rabbino francese non avesse capito che non sono solo gli Ebrei italiani a non essere particolarmente patriottici, ma gli Italiani in genere. Rav Korsia però non ne era persuaso e ha detto: “Dimenticatevi il patriottismo. Forse che gli Ebrei italiani non sono grati ai soldati italiani che ogni giorno mettono a rischio la loro vita per proteggerli?Forse che questi soldati italiani non sono altrettanto degni di essere ricordati nelle nostre preghiere come lo sono i soldati israeliani che sono sempre nei nostri pensieri?” A questo punto dell'intervento, un rabbino italiano ha preso la parola e ha cercato di spiegare questo problema inquadrandolo in una prospettiva storica. Ha spiegato che prima della Seconda Guerra Mondiale gli Ebrei italiani avevano effettivamente una speciale preghiera per il Governo italiano, però dopo le leggi razziali del 1938 gli Ebrei italiani l'hanno cancellata dal loro siddur. A questo punto, tutti in sala erano certi che rav Korsia sarebbe stato d'accordo con la saggezza di una tale decisione. Ma, con grande sorpresa di tutti, rav Korsia ha replicato:” Perché gli Ebrei italiani hanno smesso di pregare per il loro Governo in un momento in cui il loro Governo abbisognava massimamente dell'intervento di Dio?”.
 
E' stato davvero un grande piacere poter sentire un leader ebreo europeo della statura di rav Korsia promuovere la speranza e ispirarci all'azione. E' ormai da lungo tempo che i rabbini italiani sono  reticenti a mettersi in prima linea e ad essere reali guide. Speriamo che l'esempio di rav Korsia ci dia qualcosa  su cui riflettere.
 
Yitzchak Dees
mer, 30 aprile 2025 2 Iyàr 5785